14 Edizione - 26 maggio 2019
14a EDIZIONE
LE DITTATURE SOCIAL
«Gli effetti del predominio digitale»
Domenica 26 maggio 2019
«I trucchi della dittatura, tra ipnosi e cibernetica»
Quinto appuntamento con il Tam Tam Digifest a
Caserta
Palazzo delle Arti e del Teatro
Corso Trieste, 239 - Caserta
CALENDARIO
26 MAGGIO 2019
COMUNICATO STAMPA
TAM TAM DIGIFEST -14^ EDIZIONE
«LE DITTATURE SOCIAL»
I trucchi della dittatura, tra ipnosi e cibernetica
Domenica 26 maggio quinto appuntamento con il Tam Tam Digifest a Caserta.
«Le dittature social - gli effetti del predominio digitale» è il tema della 14^ edizione del Tam Tam DigiFest, la rassegna dedicata alle innovazioni digitali nel racconto audiovisivo.
Domenica 26 maggio al Palazzo delle Arti e del Teatro di Caserta, in corso Trieste 239, doppia proiezione: alle 17 e 30 «Il dottor Mabuse» di Fritz Lang, seguito da spezzoni de «Il trionfo della volontà» di Leni Riefenstahl.
Alle 19:00, performance teatrale della compagnia Spazio Libero, dal titolo «Love bancomat» sulle curiose conseguenze della dittatura digitale.
«Il dottor Mabuse» è un film di Fritz Lang, proiettato per la prima volta nel 1922 in Germania.Dopo aver raggiunto un successo internazionale con «Destino», Fritz Lang firma una pellicola di estremo fascino e magnetismo, che ipnotizza e cattura.
La storia (tratta da romanzo di Norbert Jaques) racconta le vicende di uno psicanalista che usa l'arte dell'ipnosi per vincere nel gioco d'azzardo,ma quando un poliziotto più che determinato si metterà sulle sue tracce, non rimarrà che affrontarlo anche se Mabuse ha più di un asso nella manica. Il personaggio di Mabuse è un personaggio che domina indubbiamente la scena, e con i suoi travestimenti, trucchi coinvolge e stupisce lo spettatore che non riesce sempre a riconoscerlo per via delle sue continue maschere.
Il tema principale del film è il gioco, infatti ogni cosa per Mabuse diventa tale, ma al centro di tutto vi è un superego che vuole emergere annientando la società (palese il riferimento al superuomo quando Mabuse travestito da rivoluzionario incita la massa in un'osteria la rivolta), ma nella sua strada si mette un poliziotto di nome Von Wenk, e tra i due è una continua lotta e fuga, piena di colpi di scena (eccezionale l'ipnosi che Mabuse esercita su Von Wenk con gli occhiali), e Fritz Lang ci regala primi piani sugli occhi di Mabuse che oltre ad ipnotizzare incutono un certo timore non indifferente, ma Mabuse non è nient'altro che un personaggio che si muove su un'infinità di binari cancellando un concetto omogeneo di ontologia, e creando un vortice in cui si agitano mille volti, non a caso alla fine del film impazzirà poiché la sua vera identità è oramai perduta.
Sicuramente un tema di estrema importanza è anche il concetto di benessere e malessere economico che sta affrontando la Germania, poiché uscita dalla guerra subisce molte situazioni di crollo finanziario, ma Mabuse in tutto questo capisce che l'unico modo per fare soldi è ingannare, plasmare se stessi, diventare ciò che non si è, poiché oramai tutto è gioco, e questo concetto emerge proprio perché si è stanchi della guerra e si tenta di fuggire da ciò con questo passatempo. Senza dubbio una delle pellicole più interessanti dell'espressionismo tedesco, e ancora una volta una vera e propria lode spetta di diritto al grande Fritz Lang che ha diretto il film in maniera impeccabile.
Si continua con frammenti de «Il trionfo della volontà» di Leni Riefenstahl. Cronaca dettagliata e ricostruzione filmata del congresso del partito nazionalsocialista che si tenne a Norimberga dal 4 al 10 Settembre 1934, e nel quale intervenne lo stesso Hitler, con al suo fianco lo stato maggiore al completo del mondo nazista.
Leni Riefenstahl ebbe un'imponente quantità di materiale e di mezzi a sua disposizione, tra macchine da presa e operatori, per girare questo film di propaganda ormai canonizzato nelle storie del cinema come il più fulgido e terrificante esempio di grandeur cinematografica al servizio di un'ideologia. L'opera della regista infatti, al netto delle implicazioni storiche, ha una altissima levatura artistica: le immagini sono epiche e giganteggianti e la gestione delle scene di massa, con il popolo tedesco festante, è a dir poco sbalorditiva anche agli occhi dello spettatore contemporaneo.
Alcuni campi lunghi, complice la possente mano della Riefenstahl, sono altrettanto impressionanti per imponenza e strutturazione, ma altrettanto statuario appare anche l'utilizzo dei simboli del nazismo, maneggiati con sibillina e acutissima consapevolezza estetica in modo tale da farli svettare sempre e comunque sul resto. Quello dell'autrice è un lavoro a dir poco epocale sulle forme dell'immaginario bellico, sul racconto del potere, una testimonianza storica e cinematografica davvero destabilizzante, forte di una messa in scena futurista e ipercinetica, dove perfino i singoli interventi oratori sono filmati con una nettezza e una spettacolarità che non ha eguali, mentre la popolazione appare come un corpo unico e coeso, un'unica grande (e inquietante) fiumana. «È un monumento al cinema di propaganda, mostruosamente bello e perversamente efficace» (Morando Morandini).
La performance teatrale del gruppo Spazio Libero conclude la serata.
Il festival è realizzato dalla cooperativa Tam Tam in collaborazione con l'associazione Articolo 21 con il contributo dell’assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Campania
Webmaster: Roberto Tupone - Linux Club Italia
Direzione artistica Giulio Gargia
Ingresso: 2,5 euro
sito web: www.tamtamdigifest.it
info: tamtamcoop@libero.it
f.b.: tamtamdigifest